Oggi il Signore si indigna, ma con i suoi discepoli, non con gli altri; con i battezzati, potremmo dire oggi.
Si indigna perché i discepoli fanno da ostacolo all’incontro dei piccoli con Dio. Allontanano i bambini dal Signore invece che favorire l’incontro con lui. Come mai accade questo?
Forse per motivi culturali: Gesù era considerato un maestro importante, i bambini invece no; e quindi non dovevano disturbare. Oggi invece la (sub)cultura dominante dice di svago e divertimento come ragioni di vita, la religione sarebbe seria e noiosa e quindi va accuratamente evitata.
Forse c’è un altro motivo per cui possiamo allontanare i piccoli dal Signore. A chi è come i bambini appartiene il regno di Dio, ci rivela Cristo Gesù. Riconoscersi piccoli significa riconoscersi relativi, dipendenti da altri: per nascere, per crescere, per imparare, per amare. Bisognosi di salvezza, diremmo noi.
Anche quando siamo fragili, perché nella malattia o nella tentazione e lotta spirituale, siamo piccoli e bisognosi di salvezza: ci apriamo allora al vero senso della vita.
Se siamo invece nel benessere e pasciuti, viviamo nell’illusione di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aver bisogno di Dio, ma solo di cibo e di cose per divertirci. E così allontaniamo i bambini da Cristo, mostrando loro un’immagine falsa di come essere umani.
Poche righe sopra, infine, il Vangelo ci riporta le parole di Gesù sulla rottura dei rapporti d’amore, causata dalla durezza di cuore, cioè dall’egoismo.
All’inizio della creazione, Dio li fece maschio e femmina, dice Gesù. Forse allontaniamo i bambini dal Signore quando nascondiamo loro il grande meraviglioso sogno di Dio sulla creazione e sulla nostra vita, schiacciandoli sulla vita pratica e sulle conseguenze delle tante durezze di cuore di cui siamo protagonisti.
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il vangelo
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i disACcepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
(Mc 10,2-16)