ARCIDIOCESI DI GORIZIA

«Sei tu, Signore, la mia speranza»

Oggi, nella Santa Liturgia, la Parola del Signore e la Chiesa ci parlano di cose difficili. Difficili perché apparentemente lontane; difficili perché tanto tanto vicine. Quali sono? Scopriamolo.

La prima riguarda la fine delle cose di questo mondo. Le parole di Gesù prendono spunto dall’apprezzamento entusiasta da parte di alcune persone dello splendido tempio di Gerusalemme.

Gesù non esita un istante: di quello che vedete, non resterà pietra su pietra. Non è forse difficile accettare la perdita delle cose sante e delle istituzioni, anche religiose, grazie alle quali siamo cresciuti e diventati ciò che siamo oggi?

E poi, il Signore calca ancor più la mano, con uno sguardo drammaticamente realistico sulla società umana e addirittura sulla natura: egli constata disordini, conflitti tra nazioni, calamità.

Perché è difficile parlare di conflitti e di calamità naturali? Perché sembrano lontani da noi, che viviamo nella pace e quasi sempre garantiti da case solide e infrastrutture ben fatte. Eppure sono tanto vicine queste realtà: un paio d’ore di volo, niente di più. E le loro conseguenze su tanti poveri le vediamo anche qui, da noi.

Non ci augura il male, il Signore, piuttosto ci aiuta a fissare lo sguardo non sulla fine delle cose, anche le più buone e sante, che comunque verranno meno perché sono semplici creature.

Il Signore Gesù ci spinge a fissare lo sguardo sul fine della vita e della storia umana. E questo fine è la vita con Lui, per sempre, nei cieli nuovi e nella terra nuova, nella Gerusalemme del cielo, la Città santa dove finalmente regnerà la giustizia e la pace.

Il secondo sguardo la Chiesa oggi ci chiede di volgerlo verso i poveri, verso chi è ferito dalla mancanza del necessario e a volte dell’essenziale.

Sei tu, Signore la mia speranza: è il grido del povero, che abbiamo cantato nel salmo odierno. Ma soltanto grazie a ciascuno di noi, quella invocazione potrà avverarsi.

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il vangelo

Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».