Quanto calore, quanta consolazione nelle parole odierne di Gesù: se uno mi ama, esordisce.
Non tu devi, non guai a voi, ma se uno mi ama. Un invito, in punta di piedi. E che succede se amiamo il Signore?
Succede che osserveremo la sua Parola. È Parola del Padre quella di Gesù, Parola che crea, guarisce, fa nuova la vita.
Se ne è accorta immediatamente la prima comunità cristiana, piccola benché in crescita tumultuosa. Amare Gesù significa seguire le sue parole, non le consuetudini del mondo, benché piacevoli.
Astenetevi da certe cose, scongiurano gli apostoli ai nuovi fedeli. Come se essere cristiani significhi anche essere diversi dalla maggioranza della gente.
Se uno mi ama, osserva la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Che bella questa intimità con Dio, questa sua inabitazione in noi!
Non siamo più soli, preda dei nostri cattivi pensieri e tristi sentimenti o illusioni: c’è il Signore dentro di noi! Questo è il miracolo dell’eucarestia che i nostri piccoli ricevono per la prima volta in queste domeniche pasquali.
Se uno mi ama, ci ricorda Gesù. E come si fa ad amarlo, noi che siamo sempre di corsa e ci dimentichiamo le cose importanti?
Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto. Come non invocarlo? Come non presentarci ogni domenica all’eucarestia per riceverlo dentro di noi?
Se uno mi ama, conclude Gesù, gli darò la pace. Che non è la tranquillità del benessere indifferente alle grida di sofferenza del mondo.
Pace è armonia con se stessi, con i fratelli, con Dio. Questo vuole il Padre: pace tra i suoi figli. Questo lo Spirito Santo sa creare: pace tra i fratelli. Questo Cristo vuole fare: pace. Fino al suo ritorno.
Per questo noi vogliamo amare il Signore e osservare la sua Parola.
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il vangelo
Gesù disse: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato».
(Gv 14,23-29)
