ARCIDIOCESI DI GORIZIA

Vederci bene

Straordinaria è la parabola che ci offre oggi il Signore. Un intreccio di sensazioni piacevoli e sofferenze silenziose, di sguardi che si spingono lontano e occhi e cuori incapaci di vedere la sofferenza altrui proprio lì vicino.

Ci colpisce la durissima pena alla quale è condannato il benestante protago­nista. È senza nome quest’uomo, quasi a suggerire che ognuno di noi può identificarsi in lui.

Questi non ha compiuto nulla di male! Soltanto ha investito tutte le sue energie e i suoi beni per stare bene e godersela. La sua colpa, ci suggeriscono le parole del Signore Gesù, è di vedere sino alla porta di casa, non oltre.

Perché proprio lì, appena fuori dalla porta di casa, c’è Lazzaro. Lazzaro è povero, Lazzaro ha fame, Lazzaro è malato con piaghe brutte da vedere.

Alle piaghe di Lazzaro ci pensano i cani, immagine che era usata per accennare ai non appartenenti al popolo di Dio. Lazzaro, per il Dio di Abramo, ha un nome, a differenza del ricco egoista.

E quando il benestante che ha pensato solo a se stesso diventa finalmente capace di vedere lontano, chiede ancora per sé: padre Abramo, manda Lazzaro a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma.

Ma è troppo tardi. Il tempo disponibile per l’esercizio fraterno della libertà è ormai scaduto: tra noi e voi c’è un grande abisso che non si può attraversare, informa il padre Abramo.

Il cristiano invece ci vede bene. Vede bene da lontano e sa già ora che cosa ci attende. Il cristiano sa bene come vede e giudica il Signore. E agisce di conseguenza.

Il cristiano poi ci vede bene anche da vicino. Vede le persone quali sono, con il loro nome, anche se è difficile da pronunciare, anche se portatrici di ferite e di problemi, e sa farsene carico.

Non è sordo alla voce di chi chiede aiuto, né alla voce di Cristo che lo chiama alla fraternità e all’impegno.

_________________________________________________________

il vangelo

«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe».

(Lc 16,19-31)