DIOCESI DI GORIZIA

Gesù, pane della vita

Che ardito, il Signore Gesù! Osa dire e compiere ciò che nessun altro sarebbe in grado di dire o di fare: Io sono il pane della vita, ci rivela.

E va giù duro, senza riserve o timori: Io sono il pane, ci dice: il pane, ciò di cui non si può fare a meno, che è essenziale, indispensabile.

Io sono il pane della vita: non un contorno opzionale, non un di più, non una cosa fra mille altre, ma il pane della vita.

Possiamo accoglierlo con la fede nelle sue parole e nella sua Persona, nutrirci di lui nell’eucaristia, e in questo modo vivere per sempre, ci promette il Signore.

Possiamo spoetizzarlo, il Signore Gesù, e tentare di rinchiuderlo in qualche slogan appreso qua e là: alla fine non è mai esistito, è un’invenzione dei preti, la Chiesa è inattendibile e corrotta e via dicendo.

Possiamo anche scandalizzarci e mormorare contro di lui: che cosa c’entra Cristo con la mia vita, io non dipendo da nessuno, io sono mio e nessuno deve dirmi che cosa fare e via dicendo.

Ma ognuno di noi ha bisogno del pane della vita. Ce lo ricorda la vicenda del profeta Elia: stanco e sfiduciato, sta fuggendo da ostilità e poteri tanto più grandi di lui e ha voglia di mollare tutto, addirittura vorrebbe morire.

Il messaggero del Signore lo aiuta a nutrirsi di un pane che gli consentirà di andare avanti, di rialzarsi, di riprendere il cammino per giungere alla sua meta, all’incontro con Dio.

E noi, di che cosa ci nutriamo per andare avanti, per affrontare la vita quotidiana e le sue difficoltà?

Il Signore Gesù offre a noi se stesso: prendete, questo è il mio corpo, ci dice.

È lui il pane della vita: ora ci fa vivere amando come Lui ha amato; un giorno ci farà vivere per sempre.

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il vangelo

«Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

(Gv 6,41-51)