DIOCESI DI GORIZIA

Guardare al Crocifisso

Veramente iconica la scena che ci presenta la prima lettura odierna. Stanco del cammino nel deserto, il popolo insorge contro Dio e contro Mosè, che lo sta guidando verso la libertà, e inizia a lamentarsi e a mormorare pesantemente.

Serpenti brucianti si intrufolano tra la gente in cammino, ricordando dolorosamente a tutti che la lamentazione e la mormorazione  -contro Colui che invece tutto ci sta donando – fanno davvero morire dentro.

Ma ecco la salvezza: guardare al serpente di bronzo messo sopra un’asta guarirà dei morsi del maligno.

Abbiamo davvero bisogno di guardare a Qualcuno quando siamo feriti dalle fatiche dell’esistenza. Non ci bastano le migliori terapie né i più efficaci sostegni economici o psicologici, che pure sono utili e tante volte indispensabili.

Abbiamo bisogno di guardare a Qualcuno per comprendere chi siamo, come reagire, da che parte andare, come essere noi stessi.

In quel serpente di bronzo appeso sopra un palo, noi cristiani abbiamo intravisto un’immagine di Cristo crocifisso.

Piantato al culmine del Vangelo e al cuore della nostra fede, attende di essere guardato da noi con fiducia e abbandono, per poterci guarire dai morsi della lamentazione e della mormorazione, che tanto male fanno alla voglia di vivere.

Nel Crocifisso scopriamo anche chi è Dio e dove lo possiamo incontrare. Egli è colui che scende dal cielo, viene verso di noi in Gesù, abbandonando la sua grandezza e maestà: pur essendo nella condizione di Dio, svuotò se stesso assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini.

Lo possiamo incontrare disprezzato, umiliato, rifiutato e inchiodato ad una croce. Guardando a lui, che non condanna, ma si è lasciato da noi condannare, guariremo dei morsi sottili e brucianti del maligno.

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il vangelo

Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

(Gv 3,13-17)