DIOCESI DI GORIZIA

Una beata speranza

Durante il censimento di tutta la terra nasce il Salvatore. Così ci pungola il Vangelo di Luca, ricordandoci che la nostra fede in Gesù ha a che fare con le cose della vita, della società, dell’umanità intera. Lo crediamo?

Eppoi in una mangiatoia viene deposto questo straordinario neonato. Non ci sono lampi di luce o effetti speciali per colui che viene dal cielo ed è Dio fra noi, l’Emanuele. Semplicemente non c’è posto per Gesù e la sua famigliola negli spazi della vita ordinaria: per loro non c’era posto nell’alloggio, annota l’evangelista. Ci sta forse parlando dell’oggi?

Sono i pastori che per primi ricevono l’annuncio di speranza, il motivo di una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore.

Li abbiamo idealizzati, i pastori, ma era gente proprio modesta, nomadi, poco attendibili. E saranno incaricati di portare a tutti questa buona notizia.

Forse parla di noi, il Vangelo, che siamo in movimento tutto il giorno, che non siamo né famosi né speciali, che anche dobbiamo prenderci cura del nostro piccolo gregge familiare?

Nella debolezza di questo bambino si trova la presenza di Dio. È invisibile ai potenti, ma ha la forza delicata di raggiungere e guarire il cuore di tutti gli uomini.

Sboccia al centro dei mastodontici ingranaggi della storia fatta di imperatori e di potenti, ma come un indomabile granellino di sabbia è capace di modificare il flusso della storia verso la giustizia, verso la libertà dalla cattiveria, verso la vita per sempre.

Ha soltanto bisogno di noi. Ha bisogno di me. Ha bisogno che lasciamo da parte i desideri mondani di voler essere come tanti, cioè come il mercato pretende, e di cercare invece i desideri di Dio.

Ha bisogno che costruiamo relazioni buone e non che acquistiamo degli oggetti. Ha bisogno che offriamo noi stessi, come ha fatto lui, invece di usare gli altri come cose.

Così la beata speranza rinascerà nel cuore di tutta l’umanità.

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il vangelo

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.  angelo del Signore si presentò a loro.

(Lc 2,41-52)