Chi mangia questo pane vivrà in eterno: lasciamo risuonare in noi questa promessa, ripetiamo tante volte interiormente queste parole!
Sono infatti ripiene di quella Sapienza che sta invitando tutti noi alla sua tavola, per offrirci la vita: venite, mangiate il mio pane, abbandonate l’inesperienza e vivrete, ci richiama la Sapienza di Dio. Bella immagine della nostra libertà che ha bisogno di essere orientata al bene e al vero.
Così il Signore Gesù si offre a noi come cibo e ci invita al banchetto che ci dona la vita per sempre. Come non sussultare di gioia, come non tremare di rispetto al pensiero che nell’eucarestia non c’è qualcosa, ma Qualcuno?
Come non emozionarci e sentirci attratti al sapere che la Santa Messa non è qualcosa che noi facciamo per Dio, ma è il Signore stesso che ci viene incontro?
Quando facciamo la comunione con fede, riceviamo la vita stessa di Dio, grazie alla persona di Gesù: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui, ci promette.
Ma il Signore ci mette anche alle strette. C’è carne e sangue, significa la sua umanità concreta. Non di un pensiero, di non una pallida intenzione, non di un’emozione, ma abbiamo bisogno di carne e sangue, cioè di Lui in persona, in quel piccolo pezzo di pane che ci viene offerto!
Se non mangiate la carne del Figlio dell’Uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Qui ci parla anche dell’amore ai fratelli, del dono completo di sé come ha fatto Lui.
Ma con Lui, perché da soli e senza di Lui non ce la faremmo a vivere la sua Vita: amore donato, corpo offerto fino al dono totale di sé sulla croce.
Come resistergli? Come restare a discutere con lui? Chiediamogli piuttosto per noi il dono della fede e per i nostri figli figli che imparino a vivere donandosi, come Lui e con Lui.
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il vangelo
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda».
(Gv 6,51-59)