Signore, che io ti riconosca!

Pubblicato giorno 5 luglio 2024 - La Parola

Si meravigliava della loro incredulità, si rattrista il Signore Gesù di fronte alla reazione dei suoi compaesani.

Eppure su di lui sanno tantissime cose: l’hanno visto nascere, crescere, conoscono la sua famiglia e i suoi parenti. Tutto, verrebbe da pensare.

O forse no. Credono di sapere tutto di lui, perché gli erano contigui, ma probabilmente non vicini.

Perché c’è differenza tra conoscere e riconoscere, tra conoscere qualcuno e riconoscerlo invece nella sua unicità e nella sua profondità.

Un po’ come succede anche in famiglia, con il marito, la moglie, i parenti. Li conosciamo in tutto, ma è necessario compiere il salto per riconoscere l’altro come persona degna di essere amata e riconosciuta nella sua irriducibile alterità. E a volte una vita intera non basta.

Anche a noi può succedere qualcosa di simile nella vita di fede: siamo cattolici, padre, ci si sente dire, siamo cristiani, siamo stati educati così dai genitori

Ma se, oltre a credere di conoscere la nostra appartenenza, riconoscessimo la straordinaria grazia e l’immenso privilegio di essere chiamati ad amare come Cristo e a vivere per sempre, come sarebbe diversa la nostra vita!

Saremmo fuori dalla chiesa già all’alba della domenica, non vedendo l’ora di entrare a rendere grazie a Dio; e usciremmo a metà celebrazione per andare a dire a tutti che davvero Gesù è risorto e che anche noi risorgeremo.

Fuor di metafora, chiediamo invece la grazia di riconoscere il Signore.

Sant’Agostino confessava di aver paura che il Signore passi senza averlo riconosciuto: Timeo Dominum transeuntem et non revertentem

Preghiamo dicendo: Signore che io ti incontri.

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il vangelo

Gesù venne nella sua patria e i suoi disce­poli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascol­tando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? Non è costui il falegname, il figlio di Maria?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E si meravigliava della loro incredulità.

(Mc 6,1-6)