Seminare la speranza

Pubblicato giorno 19 aprile 2024 - La Parola

Io sono il buon pastore, afferma Gesù, il pastore quello bello, quello buono, di qualità. Lo si riconosce perché dà la propria vita per le pecore.

Come non pensare alle mamme e ai papà che non guardano anzitutto a se stessi, seguendo la corrente di uno stile superficiale, ma impostano la loro esistenza sulla cura delle relazioni, sul dono di sé al servizio della vita e dell’amore gratuito?

Come non pensare a chi svolge con dedizione e spirito di collaborazione il proprio lavoro o a coloro che si impegnano per un’economia più solidale, per una società più umana?

Come non pensare ancora alle persone consacrate, che offrono la propria esistenza al Signore nella preghiera o nell’azione apostolica, senza risparmiarsi, annunciando il Vangelo ed educando i più giovani?

Tutti costoro, e tantissimi altri ancora, non vivono per cercare il proprio interesse o per avere comunque un tornaconto. Nelle parole di Gesù, il contrario del buon pastore infatti è il mercenario, al quale non importa delle pecore; e quando vede difficoltà o fatiche fugge e abbandona il gregge.

Parole semplici, queste ispirate al Vangelo odierno, che anche Papa Francesco ci rimanda nel suo messaggio per questa 61ª giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

Vivere la vita personale come risposta ad una chiamata, ad una vocazione del Signore, ha lo scopo di farci diventare donne e uomini di speranza, in un mondo segnato da sfide epocali: una terza guerra mondiale combattuta a pezzi, folle di migranti che fuggono dalle proprie terre, il rischio di compromettere la salute del nostro pianeta.

Chiediamo per noi e per i nostri giovani il coraggio di metterci in gioco, di svegliarci dal sonno, di uscire dall’indifferenza. Rise Up! Alzatevi, come ha gridato Papa Francesco ai milioni di giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù 2023 di Lisbona.

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il vangelo

Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore».

(Gv 10,11-18)