«Perché il mondo sia salvato»

Pubblicato giorno 3 giugno 2023 - La Parola

Ci sferzano le veloci parole della Buona Notizia odierna: Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo. C’è Qualcuno lassù, che ci ama, e non soltanto il vuoto o una misteriosa energia oscura.

E questo Qualcuno è diverso dalle proiezioni paurose del nostro cervello, che ci spinge a nasconderci alla luce e preferire tante volte le tenebre. Perché le nostre opere sono malvagie, dichiara senza pudore il Vangelo di Giovanni.

Le azioni di Dio, invece? Nelle poche righe di Vangelo eccone alcune: ha tanto amato il mondo, ha mandato il Figlio, ci ha dato una vita definitiva, vuole salvare il mondo perché non vada in rovina.

Meravigliosa commovente immagine piena di luce e di tenerezza di Qualcuno che sta dalla nostra parte, tanto da metterci tra le mani la realtà più preziosa in suo possesso: il “Figlio”.

Già Mosè si era accorto con stupore del contenuto, per così dire, del cuore divino. Sul monte Sinai si presenta a Lui con le due tavole della legge, il decalogo: certo, parole che garantiscono un’esistenza da liberi.

Ma il Signore Dio in quell’incontro sembra indifferente alle regole buone di vita e proclama ciò che gli interessa di più: io sono misericordia, io sono tenerezza, io sono ricco di amore e di fedeltà.

Se questo è il nostro Dio, come possiamo rispondere noi esseri umani? Lo dichiara Giovanni nel suo Vangelo odierno: credendo o non credendo, accettando o rifiutando Colui che ci porta la vita definitiva.

Sembra che non ci sia una via di mezzo. L’illusione di una possibile neutralità o agnosticismo di fronte a Dio è spazzata via, perché corrisponde ad un rifiuto.

C’è da meditare su questa irrimediabile radicale alternativa. E da scegliere da che parte stare.

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il vangelo

Disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

(Gv 3,16-18)