Per noi, che siamo curiosi e attratti dall’insolito e dall’eccezionale, oggi viene presentata una genuina esperienza del divino. Sono i tre fedelissimi di Gesù che la vivono in prima persona, illuminando anche noi oggi.
Sei giorni dopo, esordisce il Vangelo, collocando la trasfigurazione di Gesù in parallelo al sesto giorno della creazione, quando fu fatto l’uomo. Quasi a dire che anche noi siamo fatti per la risurrezione, per la vita di Dio, fatta di luce, di comunione, di gioia e simboleggiata dalla trasfigurazione di Gesù.
Mosè ed Elia nelle vicende sacre furono coloro che parlarono faccia a faccia con Dio sul monte Sinai. Ora finalmente ci viene rivelato il volto di Dio: lo vediamo in Gesù, con il quale dialogano il primo legislatore e il primo profeta.
Mosè infatti rappresenta la legge sacra, che indica il modo di vivere da giusti e da liberi. Elia invece incarna la profezia, lo sguardo che consente di leggere il presente con gli occhi profondi di Dio. Qui ci viene detto che Gesù è l’unico e il nuovo legislatore e profeta, il maestro da seguire con tutto se stessi.
Il buon Pietro è stato appena sgridato come un satana da Gesù perché pensa come gli uomini e non secondo Dio. Ora offre tre tende a Gesù, Mosè ed Elia, mettendoli sullo stesso piano. Probabilmente lui ricorda bene che Mosé ed Elia furono durissimi con i nemici del Signore, eliminandoli. Vorrebbe forse che Gesù facesse lo stesso oggi? Ha già dimenticato la parabola della zizzania del suo maestro?
Infine, la voce del Padre dalla nube luminosa ricorda a tutti noi che il nostro compito ora è di ascoltare il Signore Gesù. Vederlo faccia a faccia è riservato per la fine dei tempi, alla risurrezione.
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il vangelo
Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
(Mt 17,1-9)
